Lungi dall’essere fuga dalla realtà, la meditazione sta diventando per molti un antidoto alla vita frenetica e alienante, una questione di sopravvivenza, una necessità per restare ancorati alla realtà,
un mezzo per radicarsi nell’esistenza.
Nell’antica tradizione buddista si dice “prendere rifugio” Quando il Buddha aveva ottant’anni, e stava per morire, disse ai suoi discepoli di prendere rifugio nell’isola del loro Sé (attadipa).
Quest’isola è il centro, la nostra consapevolezza, secondo la tradizione Zen: il Volto originale…Naturalmente vale anche per noi; se ritorniamo in noi stessi e guardiamo profondamente, possiamo entrare nel vasto universo della nostra stessa essenza. Questa può essere una pratica molto importante per tutti noi.Ogni qualvolta ci sentiamo perduti, tagliati fuori, separati dalla vita o dal mondo, ogni qualvolta sentiamo instabilità, dobbiamo sapere come praticare il Ritornare a Casa…
La meditazione è una chiave:
apre la porta della tua interiorità…
Uno sguardo nell’anima.
E’ il tuo centro dimenticato,
sepolto sotto mille condizionamenti e paure.
Meditare è tornare a casa, riposare un po’:
quando sei in meditazione diventi Testimone di te stesso.
Il respiro consapevole è il veicolo che possiamo usare per tornare dentro noi stessi.
La consapevolezza è attenzione. La parola attenzione genera tensione, c’è rigidità nel concetto di attenzione che abbiamo. L’attenzione consapevole di cui parlo è un’altra cosa,
è un fiume maestoso che scorre senza sosta, lento e continuo, è un fluire naturale.L’attenzione di cui parlo rende ogni cosa meravigliosa.Il respiro consapevole ci riporta a casa,
poiché genera l’energia della consapevolezza dentro di noi.
La consapevolezza è la sostanza di un Buddha